Monday, April 30, 2012

Il mondo E' suono: intervista a Lorenzo Villa


Buongiorno a tutti.


Oggi vorrei parlarvi di un argomento che riguarda tutti noi in maniera molto diretta: IL SUONO!

Molto spesso non ci facciamo caso, ma pensate quanto siano importanti i suoni nella nostra vita.  Il canto di un uccello, il suono della sveglia la mattina (poco piacevole in effetti!), il frastuono delle macchine in città, il fruscio delle foglie nel vento... insomma, tutto è suono, siamo immersi continuamente in esso; è difficile trovarsi in un ambiente muto, completamente privo di suoni, se non quasi impossibile! Eppure nonostante ciò siamo in molti ad ignorare i modi in cui si fa strada nelle nostre vite. Come si fa a catturare un suono e a riprodurlo?  Come è possibile prendere dei suoni per farne una canzone?  In poche parole come fa il suono ad entrare nella nostra vita quotidiana. Proverò oggi a chiarire l'argomento con un esperto del settore: Lorenzo Villa.

Lorenzo Villa presso Teatro Smeraldo,  Milano


Diplomato al SAE Institute di Milano in Audio Engineering, Lorenzo si occupa di audio soprattutto in campo musicale e del sound design.

Lorenzo: “Fare il mio lavoro significa essere capaci di scomporre la realtà sonora in cui siamo immersi per poterla trasformare e per portarla poi al servizio delle varie situazioni, siano esse registrare un disco o sonorizzare un film, un videogioco.”


Entriamo adesso nel mondo dell'audio!










Vania: “Prima di parlare delle modalità di acquisizione di un suono, cerchiamo di capire che cos'è.”

Lorenzo: “Il suono non è altro che un'alterazione dello stato di quiete delle particelle del mezzo attraverso il quale si propaga, nel caso dell'aria una variazione della pressione atmosferica. Questa variazione può essere catturata perchè mettendo in vibrazione il diaframma di un microfono può essere trasdotta in una tensione elettrica, il cui andamento segue quello emesso dalla sorgente sonora.”


V: “Quindi il suono viene tradotto in qualcos'altro per poter essere letto da specifici strumenti, ma che tipi di strumenti vengono utilizzati per fare ciò? E in cosa viene trasformato il suono?”

Struttura microfono
Struttura altoparlante

L: “Nel mio lavoro vale tutto! Non esiste un flow riconosciuto come il più efficace o come il più appropriato, sta a ogni fonico la scelta di una strumentazione che rispecchi il più possibile il routing nella sua mente. Comunque volendo semplificare, la catena audio è composta da: un microfono, che si occupa dell'acquisizione di un segnale acustico e lo trasforma in un segnale elettrico; il segnale va amplificato e portato a un livello che sia appropriato per le attrezzature che si è scelto di utilizzare per effettuare il processing, si dice "di linea". In seguito il segnale va ulteriormente amplificato per essere in grado di pilotare i coni degli altoparlanti che lo trasformano nuovamente in segnale acustico. Non c'è limite alle possibili alterazioni di questa semplice catena il cui unico vincolo è quello di acquisire un qualsiasi fenomeno, sia esso l'emissione di una chitarra, di una voce o perchè no, di uno sbalzo di temperatura e anche di illuminazione, per poi poterlo analizzare e trasformare in un suono o una sua modulazione!”


V: “In questo blog parliamo di forme di intrattenimento cercando di focalizzarci sul digitale e il suo evolversi. È corretto parlare di audio analogico e digitale?”

L: “Sicuramente vale la pena di spiegare quale sia la differenza tra queste tecnologie vedendo come funzionano nel dettaglio: nel caso in cui il segnale acquisito venisse impresso su nastro, la testina di registrazione, in base alla tensione emessa (che poi è il nostro segnale acquisito) polarizzerà i grani di magnetite che sono sul nastro, in pratica ridisegnando l'andamento del suono sul nastro. Vale lo stesso nel caso del vinile dove la tensione del nostro segnale pilota il braccio della testina e incide l'andamento del suono sul disco. In questi due casi l'andamento del fenomeno sonoro viene riproposto istante per istante. Quando invece si parla di audio digitale, il segnale è discreto; ovvero solo alcuni valori vengono "campionati" e immagazzinati. Per essere inviato all'hard disk sotto forma di codice, vengono eletti solo un tot numero di valori di ampiezza al secondo. Ad esempio, quando diciamo che la frequenza di campionamento di un programma audio è di 44.100Hz, ci riferiamo al fatto che l'ampiezza del segnale verrà analizzata 44.100 volte al secondo.


V: “Oltre alle differenze tecniche, c'è qualche motivo per cui preferire l'uno all'altro?”

L: “Non ci sono dei veri e propri vantaggi e svantaggi, perchè ogni volta bisogna considerare la situazione con una mente elastica e priva di pregiudizi. La cosa che reputo più importante in assoluto è la possibilità di avere sempre la possibilità di scegliere tra l'uno e l'altro! Provo a chiarire il mio punto di vista con una domanda provocatoria: cosa sembra più funzionale tra un ponte levatoio e un moderno cancello su binario con tanto di telecomandino? La risposta chiaramente è forzata, eppure cosa penserebbe di un orribile cancello telecomandato il proprietario di un castello che si trova a scegliere la struttura più appropriata per proteggere la sua proprietà? E' chiaro, le strumentazioni digitali occupano meno spazio, non si rompono quando cadono, durano più a lungo, costano meno, hanno bisogno di una minore alimentazione, offrono maggiori possibilità con meno risorse, ecc. Ma certi risultati possono essere ottenuti molto più facilmente con un'attrezzatura che parla la stessa lingua del fenomeno sul quale lavora e che proprio attraverso i suoi difetti riesce, il più delle volte, a caratterizzare il suono in maniera unica.”

Dal segnale originale al digitale


V: “Stando a quello che hai appena detto, quanto è importate aggiornarsi sulle nuove tecnologie, ma soprattutto si potrebbe parlare di una rivoluzione tendente all'audio digitale?”

L: “Stare al passo con i tempi è un must per un fonico, ma non sempre è la scelta più opportuna. Molti studi italiani sono famosi per le loro attrezzature vintage che attirano clienti anche dall'estero perchè drammaticamente affascinati dal calore e dalle potenzialità delle strumentazioni analogiche. Io personalmente non vivo nessuna rivoluzione, sono abituato a lavorare con entrambi i sistemi e il routing che ho nella mia testa comprende un po' di tutto, nel mio campo ibridazione non è altro che un sinonimo di successo nel mio campo!”


V: “Un'ultima domanda! Dato che non possiamo parlare di rivoluzione, è invece possibile fare delle differenze per quanto riguarda la FEDELTA' della riproduzione del suono? In questo caso qual'è il miglior sistema?”

L: “Per rispondere a questa domanda proviamo a catapultarci per un attimo nel mondo dove l'alta fedeltà è il pane quotidiano: la musica classica. Nella musica classica, il più delle volte, tutto il lavoro del fonico è dedicato alla costruzione di un prodotto che permetta all'ascoltatore a casa di sentire la musica come se fosse seduto in teatro. Intanto, partendo dal primo anello della catena, una microfonazione errata delle sorgenti già comprometterebbe tutto il nostro bel progetto di fedeltà; è infatti fondamentale una scelta dei microfoni adatti e utilizzarli nella consapevolezza delle loro capacità e dei loro limiti tecnologici. Ammettendo che la ripresa si avvicini in maniera accettabile e realistica all'ascolto in quell'ambiente dove l'esecuzione è stata performata, per poterla ascoltare allo stesso modo in un altro ambiente dovremmo avere a disposizione degli ascolti che possano effettivamente garantirci la riproduzione di ogni sfumatura dello spettro registrato e una sala d'ascolto priva di difetti acustici per poter lasciare fedele anche la percezione relativa all'ultimo anello della catena. Ad oggi entrambi i sistemi sono utilizzati nelle situazioni professionali di alto livello, la differenza a quel punto la fa il fonico!


V: “In conclusione quindi diremo che l'utilizzo dei formati audio dipende dalle situazioni. 

Bene, allora è tutto, grazie mille a Lorenzo Villa per la sua disponibilità!”


La mia intervista finisce qui, spero sia stata interessante e istruttiva.  Per chi volesse conoscere meglio il lavoro di Lorenzo, questi sono i suoi contatti:

https://www.facebook.com/villanumero7

https://twitter.com/#!/Lorenzovilla

Per chi fosse interessato alle differenze sostanziali (non solo in campo audio) fra strumenti analogici e digitali, vi indico il link di un altro mio articolo su questo blog:

http://enjoyindigital.blogspot.it/2012/04/analogico-e-digitale-questione-di-tempo.html



Vania De Rosa

Saturday, April 21, 2012

TV Entertaiment: Sky o Mediaset Premium?

Essere o non essere,destra o sinistra, Guelfi o ghibellini, seguaci del Mac o fanatici di Windows, Sky o Mediaset Premium. Il mondo è tutto un dualismo, e ora lo è anche la pay tv.

 La domanda che nasce spontanea è: quale dei due è migliore? O meglio,quale dei due conviene di più?
Bisogna porsi questa domanda dal punto di vista sia qualitativo che economico.

Per quanto riguarda la ricezione del segnale, Mediaset Premium usa il digitale terrestre ,il quale è oggigiorno il sistema di ricezione del canale TV più semplice ed è oramai arrivato in buona parte d’Italia. La ricezione del segnale ha ancora dei problemi in diverse zone, soprattutto capita che il segnale non sia costante per cui sul più bello sparisce il segnale o la sua qualità è tale che si vede malissimo. Sky usa invece la trasmissione satellitare che richiede un impianto ad hoc, sicuramente più costoso.Anche Sky quando c’è maltempo in quota ha i suoi probrlemi di ricezione,però ciò avviene molto raramente.

Mediaset Premium nasce per trasmettere il calcio sul digitale terrestre, Sky,
invece, è figlia dell’esperienza di pay tv dell’azienda di Murdoch. Le due offerte non sono paragonabili. Sky offre una varietà di canali di ogni tema: dall'informazione al cinema, dai programmi per bambini all' intrattenimento, dai documentari alle ultime serie televisive .Chi decide di fare l’abbonamento a Sky è interessato quindi a poter scegliere fra un tutto. Mediaset ha un palinsesto molto più ridotto. Molto calcio,  delle serie di media qualità, le versioni arricchite dei classici tipo il Grande Fratello. La pay per view, che sembrava essere la maggiore caratteristica di Mediaset Premium è poco visibile e usata: in breve Sky offre un pacchetto di programmi molto piu interessante e vasto dal punto di vista dell'intrattenimento rispetto a Mediaset Premium.

I decoder Mediaset Premium non esistono, ovvero basta avere un decoder per il digitale terrestre o un televisore in grado di supportare le tessere per l’abbonamento. I nuovi decoder on demand non sono ancora abbastanza diffusi per capire meglio se il mercato specifico decolla. I decoder di Sky sono un box a parte che normalmente Sky lascia in comodato d’uso. È un oggetto in più vicino al televisore, ma sono diversi e di buona qualità. Sky sta facendo un grande investimendo sull’HD, Mediaset Premium sta arrivando in scia. Sky inoltre,attraverso alcune promozioni, offre agli abbonati di sostituire il proprio decoder con il nuovo decoder MY Sky HD , che concede loro la possibilità di registrare programmi e di avere una bacheca cinematografica personale direttamente sulla propria tv: è simile a Premium On Demand ,ma la qualità è di gran lunga migliore.

Per quanto riguarda il prezzo, l’offerta di Sky è senz’altro più completa, ma costa di più. Il rapporto prezzo-prestazioni depone per Sky. Occorre però leggere bene i listini modulari di Sky per riuscire a spendere i soldi relativi ai propri interessi. L’offerta Mediaset è meno ricca, ma più economica. La segmentazione dei telespettattori è praticamente semi automatica.

Sul piano sportivo non ci sono paragoni.Mentre Mediaset Premium offre una semplice visione di un match, a prescindere dallo sport, Sky si avvale di maggiori e migliori inquadrature ,cosi da mostrare l'azione saliente nel pieno dello svolgimento; in piu l'alta definizione concede ai telespettatori uno spettacolo unico nel suo genere,il tutto sommato ai suoni che lo stadio stesso crea grazie ai migliaia di tifosi.

Sky in questi ultimi mesi ha lanciato Sky 3D adeguandosi al nuovo mercato che vede il continuo acquisto di televisori 3D con i rispettivi occhiali. Mediaset Premium ancora non è giunta a questa tecnologia.

Sky, inoltre, offre agli abbonati la possibilità di scaricare sul pc Sky Go un'opzione che permette loro di vedere sky anche sul pc, su ipad e iphone.

Infine, sul piano mediatico, il duello a livello di spot fra le due piattaforme è sempre molto vivo. Mediaset Premium, messa alla berlina da Sky, come la brutta copia dell’originale, si è lanciata nella pubblicità comparativa, che a sua volta però ha avuto delle parodie interessanti.



Ora sta a voi scegliere... 

Davide

Broadcast yourself

E' il secondo sito più visitato al mondo, con cento miliardi di visualizzazioni ogni anno, Google ne è il proprietario, trovo link dapertutto, perfino il Vaticano carica i propri video. Si, stiamo parlando proprio di Youtube.


Il sito nasce nel 2005, sotto il progetto di tre ragazzi ex dipendente di PayPal, già nel giugno dello stesso anno conta 100 milioni di video, con 65.000 caricati ogni giorno. Una semplice idea come il video sharing sul web diventa così uno strumento di intrattenimento con un fatturato di 450 milioni di dollari l'anno e che da la possibilità di guadagnare grazie ai propri video tramite opportune norme sulla pubblicità.
Come hanno guadagnato diversi "youtubers", termine dato ad un possessore di un prorpio canale sul sito, persone che oltre a guadagnare hanno avuto visibilità che sfiorano il milione in alcuni casi, tutto ciò con due cose essenziali: una videocamenra ed una semplice idea, ql di intrattenere.

Ora, da semplici video pubblicati, queste persone le ritroviamo in televisione grazie alla loro fama, come Willwosh su Deejay tv per esempio, su Real time tv vediamo la youtuber Clio, qlc tempo fa un gruppo di ragazzi invece hanno creato una vera e propria serie web chiamata Freaks, che in poco tempo ha raggiunto tantissime visualizzazioni, o Frank Matano che solo grazie a Youtube ora è una Iena del famoso programma di Mediaset. Vi linko uno dei video di "freddiew" che per un grande talento quale quello degli effetti speciali fa dei cortometraggi molto simpatici...... qui
Nel 2010, Youtube firma un accordo con la SIAE nel quale viene stabilito che il sito in base alle proprie visualizzazioni per autore, calcolerà gli importi da versare all'ente in modo da non violare nessun diritto.

Insomma ci possiamo sbizzarrire dalle guide per come truccarsi alle recenzioni, dalla musica ai documentari. Neanche ce ne accorgiamo magari, ma per vedere un trailer la prima cosa che faccio e andare su Youtube. In questi giorni sono stati pubblicati i primi video in 3D, con opzione lenti rosse e verdi, senza occhialini, o video simmetrico. Per non parlare dei video in HD già presenti da tempo. Una piccola curiosità non posso non dirvela, provate a mettere pausa nel video e tenere premuto il tasto sinistra......guardate cosa accade

Detto questo il web offre due stiti principale per i video:



Choose







Il primo nasce ancora prima di Youtube, nel 2004, ed è fatto da una vera e propria comunity che permette di caricare solo video fatti da voi e ha un Forum in cui parlare potenzialmente di tutto, spesso di tutto ciò che riguarda il mondo dell'audiovisivo. Ma troverete sempre qualcuno a cui rivolgere una domanda e da cui ottenere una risposta. Posside una grafica molto bella che youtube non ha a che lo limita nel caricamento. La maggior parte dei suoi video sono caricati in HD. Mentre youtube ha un agilità sul caricamento molto buona, ma soprattutto è intelligente, quindi direttamente dalla home page è possibile ottenere un feedback su ciò che è di maggiore interesse per l'utente. Ammettiamolo poi, tra un link di Vimeo e uno di Youtube quale sceglieresti?

Purtroppo però c'è gente che non apprezza queste idee, e per qualche offesa vieta la visualizzazione del video in interi paesi. Famoso è il caso in Cina per aver ospitato nella propria piattaforma e reso visibile un video dove vi erano filmate le violenze ed i disordini scoppiati in Tibet in quei giorni. Casi simili anche in Iran, Turchia, Thailandia, Brasile, Birmania.

Ah! dimenticavo questa "idea", è stata comprata nel 2006 (dopo un anno dalla creazione) da Google per ben 1,56 miliardi di dollari, e come disse un imprenditore svizzero che crede nei giovani:
 "Ne spicca una su un milione di queste aziende, ma, se investire su questi ragazzi serve a far nascere Facebook o Google allora vale la pena provarci".
Daniele Modesti

Thursday, April 19, 2012

Analogico e digitale? Questione di tempo...

Tutti oramai sappiamo che durante lo sviluppo di qualche tecnologia vi è stato il passaggio dall'analogico al digitale, ma credo che pochi si siano soffermati sul reale significato di queste due parole... Ne parliamo tutti i giorni, sappiamo distinguere un oggetto analogico da uno digitale, ci viene automatico perchè è diventato, per così dire, di abitudine. Sarebbe impensabile il contrario! Eppure quando si chiede a qualcuno “Lo conosci il significato di queste due parole?”, tendenzialmente questo qualcuno non sa rispondere, anzi, magari chiede di rimando

  “Ma come, non conosci la differenza tra analogico e digitale???”

quando poi in realtà è il primo a non saperla con esattezza.
Oggi vorrei chiarire questo argomento, in modo tale da poter in seguito approfondirne gli aspetti nei vari campi dell'intrattenimento digitale. Cominciamo con delle definizioni.
ANALOGICO: prima di tutto dobbiamo dire che il termine analogico è un aggettivo riferito ad un qualcosa che procede per analogia. L'analogia è una relazione di somiglianza fra due o più cose che presentano caratteristiche comuni. L'analogico è inteso come un segnale, un segnale che rappresenta una grandezza tramite la sua analoga. In informatica questo termine è associato a quelle grandezze che possono assumere tutti i valori intermedi all'interno di un dato intervallo. I valori che vengono presi in considerazione sono quindi continui, non presentano interruzioni. In parole povere la riproduzione analogica di qualcosa è una conversione di essa da una forma ad un'altra analoga, in cui il segnale percepito è riprodotto fedelmente. (Scopriremo poi questo cosa vuol dire in particolare in campo acustico.)
DIGITALE: come tutti sappiamo il digitale è la contrapposizione dell'analogico. La parola digitale deriva dall'inglese “digit”, che vuol dire cifra ed è riferito a tutto ciò che viene rappresentato o che adoperi tramite dei numeri. In particolare rappresentare qualcosa in formato digitale vuol dire mostrarlo come una sequenza di numeri presi da un insieme di valori; parliamo quindi di una quantità finita di valori, differentemente dall'analogico che considera un'infinità di elementi.
Sembrerà strano dirlo (e soprattutto pensarlo!), ma quando parliamo di qualcosa di analogico parliamo di una sorta di grado di affinità con la realtà. C'è una diretta corrispondenza fra la realtà e la sua rappresentazione. Proviamo a capire le differenze tra analogico e digitale con un semplice esempio!


GLI OROLOGI!

Orologio si tipo digitale
Orologi di tipo analogico

Un oggetto di utilizzo quotidiano. Tutti (o quasi) abbiamo al polso un orologio, e per alcuni non averlo può rappresentare anche un problema! In fondo scandisce lo scorrere del tempo, e chi oggi giorno non è preoccupato del suo passare? Non sono qui per spiegarvi come funziona un orologio con tutte le sue microscopiche componenti, anche perchè funzionano per lo più tutti allo stesso modo, analogici o digitali che siano. Invece vorrei farvi osservare le differenze dei due tipi di quadranti. Cominciamo con quello analogico.


Prendiamo gli orologi da polso con il quadrante tondo (o quadro, triangolare, che dir si voglia!), oppure quegli orologi enormi che solitamente appendiamo nelle nostre cucine; ecco quelli sono un chiaro esempio di orologio analogico. Seguono il concetto per cui il tempo viene mostrato in maniera continua, cioè così come ci si presenta quando lo percepiamo. Le due famose lancette (anche tre in alcuni orologi) scandiscono i minuti e le ore; e nel passare da un minuto all'altro vediamo il percorso della lancetta. La rappresentazione del tempo è continua e ipoteticamente infinita, perchè fra un valore e l'altro possono essercene di infiniti. La riproduzione del tempo rimane quanto più fedele possibile alla realtà! Ovviamente non c'è solo un tipo di lancette da considerare, prendiamo ad esempio il pendolo che presenta un altro tipo di 'lancetta' oltre a quello de quadrante, il concetto di fondo però è sempre lo stesso.
Quando parliamo invece di orologi digitali intendiamo quelli con un quadrante assolutamente privo di lancette che mostra semplicemente dei numeri, e sono quelli a dirci con precisione che ora è. La modalità di visualizzazione questa volta è di tipo discreto. Delle lancette immaginarie stanno effettivamente scandendo lo scorrere del tempo, però noi vediamo soltanto un valore preciso di quel tempo che cambierà in un altro all'improvviso quando sarà passato, ad esempio, un minuto. Ovviamente ne esistono differenti di orologi digitali, come quello binario o il particolare orologio di Berlino!
 Gli orologi in effetti non hanno subito una vera e propria rivoluzione digitale, in questo caso possiamo parlare di scelta e di gusto. C'è chi preferisce quello analogico e chi quello digitale. L'innovazione tecnologica ovviamente c'è stata, ma non è stata un'operazione di SOSTITUZIONE come in molti altri campi come ad esempio con i videogiochi, con le pellicole cinematografiche, o con la musica (come vedremo prossimamente!), piuttosto è stato un affiancare un qualcosa per poterlo migliorare. D'altra parte anche se guardiamo la situazione dal punto di vista economico notiamo che il modello analogico è quello più utilizzato. La Swatch, ad esempio, propone anche orologi con un quadrante che mostri, non solo le famose lancette, ma anche i meccanismi di rotelline che funzionano all'interno.
Insomma... a ognuno i propri gusti e la propria scelta di vita, voi siete analogici o digitali???

Al prossimo articolo!

Vania De Rosa

Wednesday, April 18, 2012

The Pixar Story


Vi segnalo un bellissimo documentario andato in onda su Rai5 qualche giorno fa che racconta la storia della Pixar, famosa Digital Animation House. Lo segnalo perche' e' un esempio lampante di come la tecnologia sia capace di rivoluzionare nel profondo il modo di pensare e di fare.
   
Qui sopra vi lascio la prima parte ma su youtube facilmente troverete anche le altre in italiano tra i video correlati.

Fontanot Matteo


Friday, April 13, 2012

Image MAXimum ... Quelli dell'alta definizione ...


4 fotogrammi di una pellicola 35 mm 


La ricerca per aumentare l’impatto visivo di una pellicola cinematografica ha una storia molto lunga. Come ben sappiamo l’evoluzione delle tecnologie nel campo del cinema ha portato alla standardizzazione solo di un paio di tipologie di pellicola.  La prima è la pellicola a 35 millimetri, inizialmente nata come pellicola solo video, è stata poi aggiornata con l’integrazione del sonoro e ancora piu’ avanti nel tempo di una pista per la sincronizzazione dell’audio multicanale contenuto su un secondo supporto. Per darvi una idea di come sia fatta pensate che è praticamente identica a quella che fino a qualche anno fa mettevamo nelle macchine fotografiche analogiche....

Il secondo standard , a sopravvivere alla battaglia dei formati, è stato il 70mm, questo formato ha la capacita’ di contenere sia video che audio , più precisamente 65 mm sono occupati dal fotogramma mentre il restante è capace di contenere ben 6 canali audio analogici su pista magnetica. Come per le pellicole da 35mm l’evoluzione e l’introduzione dell’audio digitale hanno fatto si che queste 6 piste magnetiche per l’audio analogico venissero sostituite da una sola pista di sincronismo per l’audio digitale.  Questa pellicola essendo di dimensioni maggiori permetteva di proiettare immagini su schermi di dimensioni maggiori senza perdere eccessivamente di qualita’. 
Struttura di una generica pellicola Cinematografica 35mm

Da questo tipo di pellicola nasce il sistema di proiezione IMAX. Questo sistema ci permette di massimizzare la qualita’ dell’immagine contenuta su pellicola 70mm, arrivando ad una risoluzione massima di 10000x7000( pensate che il moderno standard FullHD arriva ad una risoluzione di 1920x1080 ) per la proiezione su schermi di 22 x 16 metri !
Lo zooming del fotogramma arriva a 586X con tutte le problematiche che ne conseguono, a quel livello di ingrandimento la distanza dallo schermo è tanto alta da portarci a due problemi fondamentali.
Il primo riguarda le vibrazioni ... una piccolissima vibrazione del proiettore puo’ tradursi in un fastidiosissimo sfarfallamento dell’immagine, mentre il secondo riguarda la potenza della lampada che deve essere capace di produrre una luce sufficientemente intensa da arrivare fino allo schermo.
Una lampada utilizzata in un Proiettore IMAX

Questi problemi sono stati ovviamente risolti, per quello che riguarda il primo è stato costruito un proiettore con delle tolleranze meccaniche da orologeria e con sistemi di assorbimento delle vibrazioni avanzatissimi; mentre per la luce viene utilizzata una lampada allo XENON con una potenza variabile dai 12000 ai 18000 watt i cui elettrodi sono raffreddati ad acqua per fare in modo che la temperatura non la distrugga. Pensate che la pressione del gas contenuto nella lampada raggiunge le 25 atmosfere e il peso del proiettore completo arriva facilmente a 1,8 tonnellate!.
Ecco la reale differenza tra le pellicole di normale uso
una pellicola IMAX
Un'altra sostanziale differenza sta nel fatto che una
pellicola normale scorre verticalmente mentre una
pellicola IMAX orizzontalmente.

Con il passare del tempo si è ulteriormente affinato anche il sistema IMAX arrivando a quello che viene chiamato IMAX HD. La sola differenza tra i due sistemi è che il primo proietta con 24fps ( fotogrammi al secondo ) mentre il secondo al doppio della velocita’ facendo si che l’immagine sia più nitida e con movimenti più fluidi. 
Per raddoppiare la velocita’ di trascinamento di una pellicola di queste dimensioni si è dovuto addirittura riprogettare il sistema di trascinamento della stessa. 

L’ultimo traguardo raggiunto è stato l’IMAX 3D, questo sistema usa due pellicole da 70mm e due ottiche separate, come se stessimo proiettando due film contemporaneamente. Funziona tramite la polarizzazione della luce, le due pellicole hanno polarizzazione opposta cosi‘ come le lenti degli occhialini che usano le persone in sala, in questo modo il singolo fotogramma è visibile da un’occhio ma oscurato all’altro alternandosi con lo scorrimento della pellicola che ovviamente correra‘ sull’obbiettivo ad una velocita nettamente maggiore rispetto a quella di un film 2D.....
Questo è uno dei sistemi più utilizzati nelle sale cinematografiche odierne con la sola differenza che le pellicole sono a 35 mm e con risoluzione minore.  

Insomma di numeri ve ne ho dati fin troppi, vi lascio con un link di un video IMAX ..... impostate la risoluzione al massimo e godetevi lo spettacolo !



Fonti: Wikipedia
Fontanot Matteo 

Wednesday, April 11, 2012

Case "digitali"



RIVOLUZIONE DIGITALE
..ecco...queste sono le due parole che descrivono i cambiamenti,sempre più frequenti,che si stanno verificando in tutto ciò che ci circonda.Partiamo direttamente dal luogo che per ognuno di noi è il più importante...la propria casa...aaa casa dolce casa...chi di noi non ama il luogo in cui si è cresciuti,in cui si hanno ricordi ...e proprio da qui parto con voi in questo viaggio che vi mostrerà come il digitale faccia ormai parte della nostra vita,avendo esteso le sue radici soprattutto nei luoghi e tra le abitudini più diffuse all'interno della nostra vita..
Tutti sappiamo come le case col tempo si siano sviluppate sotto il punto di vista del design e del comfort, ma non tutti fanno caso a ciò che il digitale è in grado di permettere.Dobbiamo innanzitutto partire dal presupposto che il digitale richiede una grossa spesa economica...ma ragazzi..fidatevi..ne vale assolutamente la pena.....infatti parliamo di elettrodomestici collegati in rete, luci, impianto di riscaldamento e climatizzatori che si regolano da soli attraverso sensori; gestione a distanza di funzioni di routine come annaffiare i fiori o azionare le tapparelle; sistemi di allarme che avvisano per cellulare o per e-mail....adesso non si tratta più di semplici suggestioni o di sogni irrealizzabili...tutto ciò ora è possibile attraverso una semplice installazione.
Il celebre architetto Le Courbusier immaginava una casa come “macchina da abitare”, più confortevole e sicura. Il digitale ha permesso di realizzare questa sua visione, concedendo molti vantaggi : monitoraggio delle condizioni degli ambienti della casa;risparmio energetico, grazie al controllo dei consumi;regolazione automatica degli impianti di condizionamento e illuminazione, degli elettrodomestici e dei sistemi antifurto;gestione degli allarmi tecnici volti a preservare la salute degli occupanti e la sicurezza delle strutture edilizie ed impiantistiche.
Entriamo nel dettaglio mostrando i cambiamenti che si sono verificati in ogni angolo della nostra casa;partiamo dal salotto dove con un solo gesto il comando “relax” può regolare le luci, abbassare le tapparelle e accendere lo stereo sulla musica preferita;per quanto riguarda il bagno , all’ora impostata si accende la caldaia, in modo da avere un clima ottimale, e il rubinetto può essere programmato per riempire la vasca, perchè tutto sia pronto al nostro ingresso. Non ci scordiamo però delle nostre madri,che avranno una super cucina a loro disposizione con un piccolo schermo collegato a Internet che sarà in grado di visualizzare le informazioni su tutti gli elettrodomestici, e ricevere avvertimenti se manca qualcosa in frigorifero e, nel caso, fare la spesa per via telematica. Questo tipo di innovazioni non manca di certo nelle camere dove un interruttore accanto al letto comanda lo spegnimento delle luci, la chiusura delle tapparelle, l’inserimento del sistema di antifurto; con un altro comando viene ripristinato lo scenario mattutino. Per concludere al momento di uscire, è possibile premere un interrutore che si occuperà di spegnere le luci in tutta la casa, abbassare le tapparelle e azionare il sistema antifurto. Quest’ultimo sarà in grado di segnalare un allarme per sms o per e-mail. Dietro tutto ciò c’è una centrale domotica o un pc che controllano e regolano gli impianti e tutte le informazioni degli apparecchi collegati in rete, segnalando eventuali anomalie.All’occorrenza è possibile disattivare uno o più comandi e, per esempio in caso di black-out, azionare i vari dispositivi manualmente.
L ‘impianto digitale è molto semplice: ogni sistema domotico, indipendentemente dal protocollo usato, prevede componenti con funzionalità comuni: l’unità centrale, un’interfaccia utente, dei dispositivi ausiliari e un gateway residenziale. L’unità centrale è  il cuore del sistema, rappresentato da un pc che funziona come server dedicato o da una centralina domotica. Elabora i segnali provenienti dai sensori e dalle interfacce utente e gestisce i dispositivi periferici collegati.I dispositivi ausiliari possono comprendere: trasduttori, sensori, attuatori.Un gateway residenziale è l’unità che connette la rete domestica con quelle esterne.
Molti edifici di recente costruzione già sfruttano le opportunità offerte dalle nuove tecnologie, collegando gli ambienti in rete. Per esempio la cucina viene messa in relazione con il salotto, la camera da letto con il bagno, utilizzando un approccio sistematico dove ogni elemento è parte integrante del tutto. Alcuni impianti impongono l'uso di cavi, o tecnologie wireless, senza fili, che rendono la realizzazione di un impianto più veloce, più semplice.
Il digitale interviene anche nel campo della sicurezza  proteggendo l’abitazione dai tentativi di furto e per essere di aiuto in caso di eventi inaspettati come fughe di gas e allagamenti. Inoltre  installando telecamere nei vari ambienti, molti sistemi domotici consentono di effettuare una costante videosorveglianza dell’intera abitazione.
Cosa volere di più? In sintesi il digitale nelle nostre case ci concede sicurezza,comfort,novità ma allo stesso tempo semplicità....
Tutto questo è solo una parte del fantastico mondo che nasce dall'incontro della tecnologia e del digitale con la domotica e l'edilizia  ed è soprattutto un esempio dello sviluppo digitale che è in atto giorno dopo giorno!

 Per chi fosse interessato a questo argomento,consiglio questi link :
Tecnologie e case del futuro - parte 1
Tecnologie e case del futuro - parte 2
Tecnologie e case del future - parte 3


                                                                                                                                     Davide
 



Tuesday, April 10, 2012

Un mondo senza Windows

Ecco a voi un'interessante video sulla creazione del software libero.
Buona visione a tutti!

part. 2: http://www.youtube.com/watch?v=WkysQPo3Q7c&feature=relmfu

Daniele Modesti

Fonti: Youtube


Sunday, April 1, 2012

Un dispositivo chiamato: Cellulare

A device called : mobile

"L’invenzione? Mi è venuta guardando Star Trek" 


Così Martin Cooper racconta molto simpaticamente la sua invenzione.

Un po' come Linux Torvalds, parlando dell'omonimo sistema operativo creato "Just for joke". Ormai sembra strano pensare che come un portafoglio sempre in tasca è presente anche questo "apparecchio non più grande di un pacchetto di sigarette", probabilmente il professor Carlo Matteini, intervistato nell'articolo, fu anche lui un appassionato di serie stellari.

Nato così come telefono tascabile, o perlomeno portatile inizialmente date le sue notevoli dimensioni, costava ai tempi ben 4000$, ciò ci fa capire quanto poche persone se lo potessero permettere. Viaggiava in parallelo un po' con i computer, incontrandosi solo oggi sotto aspetti tecnici ed economici, come schermi LED, sistemi operativi e costi abordabili. Basti pensare che se scomponessimo le sue funzionalità, in tasca dovremmo trovare oltre ad un cellulare: un i-pod, una macchina fotografica, una rubrica, una calcolatrice ecc... Suvvia! Basta i moralismi del tipo "ormai non serve neanche più a chiamare", è utile sotto vari aspetti tra cui quello dell'intrattenimento, ed ecco su cosa ci soffermeremo. Un po' di malinconia? Ve lo ricordate il 3310? Uno dei cellulari Nokia più venduti ai giovani e non solo. Ci potevi fare di tutto ai tempi: chiamare, mesaggiare(con la funzionalità T9), giocare al mitico Snake, comporre suonerie monofoniche, buttarlo a terra senza che si rompesse grazie alla cover intercambiabile, ma questo è un altro discorso...

I dati parlano chiaro però, è quello che vuole la gente un apparecchio così versatile, così da aver avuto uno sviluppo vertiginoso in soli dieci anni grazie alla richiesta di mercato, fino ad arrivare ad altri device come pad, con processori così potenti da fare concorrenza anche a computer.

Il suo funzionamento è abbastanza semplice da spiegare: è basato su delle "celle", da qui il nome cellulare, con le quali i dispositivi comunicano inviando onde radio. Queste celle che non sono nient'altro che delle stazioni ricetrasmittenti poste in diverse zone della città, ricevono il segnale e lo trasmettono fino al destinatario finale. Ciò fa capire che le cose essenziali in un cellulare sono quindi: un antenna, un microfono ed un processore interno.
Come vedo il futuro? Da un po' girando in internet vedo prototipi di schermi flessibili, tanto da poter essere arrotolati in un cilindro, oppure una tecnologia abbastanza recente che, fa percepire al tatto la ruvidità di ciò che stai toccando sullo schermo, per non parlare della segreteria SIRI presentata da Apple, che elabora ed esegue ogni tuo comando vocale. Vi metto il link del prototipo di display flessibile, che a parer mio, è impressionante. 

Grazie ed al prossimo articolo!

Link youtube: Display flessibile
Daniele Modesti
English version:


Il ritorno dei grandi classici in 3D

Nuove tecnologie, nuovo modo di vedere la realtà...
Perchè in ambiente cinematografico le innovazioni tecnologiche sono sempre in continuo sviluppo? Si è sempre alla ricerca di qualcosa di sempre più sorprendente, di qualcosa che possa colpire il pubblico a livello emotivo e visivo.
E come rientra la tecnologia digitale in tutto ciò?
Oggi voglio porre la mia attenzione a quella che è stata una rivoluzione importante: il passaggio dal 2D al 3D, e in particolar modo cercare di capire perchè questa nuova tecnologia abbia avuto un così forte impatto sulla riproposizione di grandi classici; a partire dai cartoni (Il re leone 3D, novembre 2011) fino ad arrivare alle saghe più famose (Harry Potter e i doni della morte, luglio 2011).
Ma prima di parlare di ciò cerchiamo di capire come funziona il 3D.
Il principio che regola il 3D è quello della cosiddetta stereoscopia: ossia la percezione di un oggetto in rilievo a causa della nostra visione binoculare; in parole povere il nostro occhio destro percepisce qualcosa di diverso dal sinistro, combinati assieme ci danno la possibilità di vedere la profondità degli oggetti e quindi il mondo tridimensionale. Apportando questa idea alle tecniche di ripresa cinematografica, viene evidenziato un importante passaggio dall'utilizzo di una singola macchina da presa per il 2D con un unico obiettivo che riprende il movimento delle immagini, ad una macchina da presa per il 3D contenente un doppio obiettivo che riprende contemporaneamente due visioni leggermente sfasate in modo tale da riprodurre la visione tridimensionale dei nostri occhi. Il risultato? Il film 3D diventa un'avventura, un mondo nel quale immergersi e non soltanto qualcosa da vedere dall'esterno in maniera passiva. Lo spettatore si sente all'interno del film e rivive le stesse emozioni dei personaggi che lo popolano. Ovviamente ci sono pareri discordi sul cinema 3D, ma di questo parlerò un'altra volta. Quello che voglio cercare di capire insieme a voi è perchè è stato così utilizzato ultimamente per “riesumare” vecchi e gloriosi film. Parliamo ugualmente di forme di intrattenimento, ma perchè dovrebbe essere più interessante, ad esempio, vedere Il re leone in 3D piuttosto che in 2D? Le motivazioni sono tante, specialmente motivazioni economiche, ma prendiamo ad esempio i più recenti film 3D. Sono passati 100 anni dalla strage del Titanic, e il prossimo venerdì sarà nuovamente proiettato in 3D il relativo colossal: celebrazione di un anniversario. “Il re leone 3D”: c'è stato un salto generazionale, proviamo a vedere cosa ne pensano le nuove generazioni dei vecchi cartoni riproposti con le tecnologie attuali in cui sono immersi e vediamo se i bambini che lo hanno visto nel lontano 1994 tornerebbero a vederlo (dai dati dei botteghini parrebbe di si!). “Star Wars – La minaccia fantasma 3D”: un'incredibile saga riproposta con enormi migliorie grafiche senza dubbio. “Harry Potter e i doni della morte – parte II”: la fine di un mito... chiudiamo in bellezza con la nuova tecnologia del 3D. Insomma ogni film ha avuto il suo motivo, ma tutti hanno deciso di adottare questa grande innovazione grafica. C'è chi pensa che il 3D sia solo un dispendio di soldi, una tecnologia che non decollerà mai; c'è chi invece pensa che sia una grande rivoluzione e che abbia completamente cambiato l'interesse nell'andare al cinema. A me piace pensare che la motivazione comune che lega tutti questi film sia quella di continuare ad emozionare le persone, di portarli ad un nuovo livello di intrattenimento che sia anche sensoriale e più fortemente emotivo, anche se lavorando su vecchie pellicole; riproporre quei momenti sotto una diversa luce. Se sia una buona o cattiva innovazione lo scopriremo solo con il tempo.


Vania De Rosa


Per chi volesse saperne di più sulla Stereoscopia: http://it.wikipedia.org/wiki/Stereoscopia

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